Il birrificio
Il birrificio si trova in una minuscola stanza in fianco al garage a casa dei miei genitori. Si può dire che il birrificio sia nato nel 2018 (dopo aver fatto un workshop di hombrewing, potete saperne di più a questa pagina), anche se inizialmente era completamente sparso per casa dei miei. La zona cottura era in garage, l’attrezzatura era in parte nel ripostiglio, in parte in cucina, in parte in garage e in parte in cantina. La cantina fungeva anche da magazzino.
Per quanto scomodo, inizialmente il tutto era gestibile, ma col tempo sono arrivati il secondo e il terzo fermentatore, la camera di fermentazione, un chiller, ecc. Stavo cominciando a invadere un po’ troppo gli spazi dei miei genitori, ma la cosa che mi creava più problemi era che prima di ogni cotta perdevo mezz’ora a raccogliere e preparare tutta l’attrezzatura.
Per questo motivo, vista la presenza di un vecchio porcile abbandonato usato come magazzino attrezzi, i miei genitori hanno deciso di cedermelo per le mie attività di homebrewing, in modo da avere tutto a portata di mano in un’unica stanza. Ed è qui che ho la mia zona produttiva e di degustazione.
Cottura
Storicamente lavoro con un sistema a tre tini. Nel tempo usavo pentole, secchi, fornelli arrangiati ecc. Recentemente abbiamo realizzato con io padre un carrello con tre fornelli integrati in modo da avere tutto l’impianto su di esso. Nel tempo ho inoltre acquistato diverse pentole che mi permettono di realizzare sia batch da 25 litri che batch da 50.
La pentola di mash, dotata di un doppio fondo filtrante, è stata modificata con l’aggiunta di un rubinetto ed un connettore nella parte alta. Collegano questi ad una pompa magnetica, ho potuto realizzare un sistema di mash con ricircolo. A fine mash, connettendo la stessa pompa alla pentola di sparge, eseguo un fly sparge usando l’ingresso alto della pentola di mash. Il travaso dalla pentola di mash alla pentola di boil viene fatto semplicemente a caduta. Infine, la pentola di boil viene collegata ad uno scambiatore di calore a 40 piastre dal quale la birra viene trasferita (con o senza pompa, dipende dal fermentatore utilizzato) nel fermentatore.
Fermentazione
Attualmente posseggo due impianti di fermentazione: quello principalmente usato è per batch da 25 litri (l’altro non è completo al 100% al momento). Il fermentatore è un fusto di birra in inox da 30 litri modificato aggiungendo una bocca larga, connettori jolly, una valvola di sicurezza e un pozzetto per la sonda di temperatura. Eccetto il fermentatore stesso, tutte le componenti sono state acquistate dalla Cina e fatte saldare presso un artigiano locale.
Nonostante con questo fermentatore potrei già lavorare in isobarico, al momento non lo faccio. Da questo fusto, infatti, la birra viene trasferita a fine fermentazione in un secondo fusto, il tutto in assenza di ossigeno tramite bombola CO2. In questo secondo fusto posso far maturare le birra prima di imbottigliarle. La carbonicazione inoltre viene fatta sempre in questo secondo fusto in maniera forzata tramite la bombola di CO2.
Il controllo della temperatura avviene mettendo il fermentatore in un frigorifero modificato con una classica centralina STC-1000. A questa è collegato lo stesso frigorifero ed un cavo riscaldante al suo interno. La sonda di temperatura può essere inserita direttamente nel pozzetto del fermentatore.
In caso di batch da 50 litri invece ho a disposizione un fermentatore troncoconico in inox con una piastra raffreddante al suo interno. Questa viene collegata ad un classico chiller sottobanco e ad una pompa che tramite una centralina STC-1000 fa girare il liquido refrigerante nella piastra. Al momento questa soluzione non prevede un sistema di riscaldamento.
Imbottigliamento
L’imbottigliamento avviene tramite un iTap Boel installato su di un apposito pannello. La linea di birra arriva direttamente dell’interno del frigorifero: questo permette di imbottigliare la birra già fredda e carbonata in pressione senza dover spostare il fermentatore (e agitare eventuali sedimenti). In fianco all’iTap è presente la tappatrice in modo da ridurre al minimo il tempo di contatto con l’ossigeno.
Pulizia
Mentre le pentole e scambiatore vengono lavate con classici strumenti, detergenti e sanitizzanti, fusti e fermentatore vengono lavati usando una pompa di lavaggio autocostruita: su una pompa a immersione è montato un tubo e una sfera rotante, il tutto riposto dentro ad un secchio. Il fermentatore e i fusti vengono posizionati capovolti sopra questo secchio. In questo modo è possibile sciacquare il fusto con appositi detergenti (soda e acido) per tutto il tempo necessario senza interventi manuali.